Il fiero pasto by Angelica Aurora Montanari

Il fiero pasto by Angelica Aurora Montanari

autore:Angelica Aurora, Montanari [Montanari, Angelica Aurora]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Biblioteca storica
ISBN: 9788815326157
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2015-10-14T22:00:00+00:00


4. I segreti alchemici

Negli ultimi secoli del Medioevo la mumia è diventata davvero popolare: importata dall’Africa settentrionale, viene venduta a caro prezzo agli speziali di tutta Europa. La domanda cresce e, come per ogni merce diventata richiestissima, si diffondono sia le forme di raccolta ufficiali sia quelle illegittime. Sappiamo, per esempio, che nel 1424 al Cairo furono imprigionati due uomini rei di aver rimosso i corpi dalle tombe e di averli bolliti in acqua, per raccogliere l’olio che veniva a galla e venderlo in Europa.

Se nel corso del Medioevo si erano verificati sostanziali evoluzioni nella composizione del medicinale, in epoca moderna i modi di intendere la mumia continuano a essere diversificati e a coesistere, ma già nel XVI secolo – causa l’incremento della richiesta e la mancanza di disponibilità della materia prima – la produzione locale sostituisce sempre più frequentemente la mumia acquistata in Oriente e ricavata dagli antichi corpi imbalsamati.

In molti casi la mumia prodotta in Occidente è assai lontana da quel «liquamento d’huomini» descritto dai precedenti trattati medievali, e viene rimpiazzata da composti di vario genere a base di carne umana recentemente essiccata. Questa mutazione si inserisce in un periodo di grandi cambiamenti in campo medico, all’interno di un processo che lascia sempre più spazio alle deduzioni ricavate attraverso la pratica e l’esperienza: ciò si traduce, in termini concreti, in un’assai maggiore circolazione di cadaveri, potenziali miniere di materie prime per la composizione dei farmaci.

Tre autori fondamentali del XVI secolo incarnano tre modi molto diversi di intendere la medicina e di conseguenza la mumia: Pietro Andrea Mattioli, Ambroise Paré e Filippo Aureolo Teofrasto von Hohenheim, più comunemente noto come Paracelso.

I Discorsi di Pietro Andrea Mattioli, stampati nel 1544 quando l’autore era ancora un oscuro medico lontano dagli ambienti universitari, mettono in luce l’ottica farmacologica: si tratta, infatti, della traduzione commentata del De materia medica di Dioscoride, ricca di consigli utili agli speziali a cui il trattato principalmente si rivolge[38]. Il medico senese descrive le origini della mumia, ne illustra i metodi di preparazione e le virtù terapeutiche: giova all’emicrania, «ai paralisi, a tortura di bocca, al mal caduco, alle vertigini», ai dolori delle orecchie e della gola, alla tosse, «alle passioni del cuore» e alle «ventosità del corpo», al ventre, al fegato e alla milza, «all’ulcere del canale della verga e della vessica» e a «color che non possono ritenere l’urina»; ha doti astringenti ed è un potente antidoto ai veleni[39].

Anche all’interno della conoscenza alchemica − rientrata nell’arte medica tra il XIV e il XV secolo grazie a personaggi quali Arnaldo da Villanova e Giovanni di Rupescissa, e di cui il più illustre rappresentante fu Paracelso − la mumia occupa una posizione di estremo rilievo e risana numerosi mali, come la lebbra, la podagra, la paralisi, il cancro, le fistole e l’ulcera. Poco incline agli interventi invasivi sul corpo, Paracelso si basa sulla capacità di osservazione del medico-alchimista atta a ricollegare i segni esteriori all’agente interno causa della malattia, attraverso il riconoscimento dei cinque possibili entia (astrale, venale, naturale, spirituale, deale) all’origine del malessere[40].



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